giovedì 6 novembre 2014

Il viaggio oltre la vita

Avete intenzione di passare a Bologna entro il 22 febbraio 2014? Bene, ecco un suggerimento per voi tra le mille cose che questa splendida città ha da offrire.
A Palazzo Pepoli potete trovare il Museo della Storia di Bologna, un affascinante percorso dedicato allo sviluppo di questo centro. In particolare, all'interno di questo percorso è ora aperta una mostra dedicata agli Etruschi, che sono stati una parte fondamentale della storia di Bologna, alle loro pratiche funerarie ed al loro rapporto con l'aldilà.



Uno dei monumenti più simbolici della civiltà etrusca è forse il Sarcofago degli Sposi, esposto in modo permanente al museo di Villa Giulia, mentre l'unica altra versione esistente si trova al Louvre. Sul coperchio sono raffigurati una coppia di banchettanti, marito e moglie (dal momento che nella civiltà etrusca, a differenza di quella greca, anche le donne della famiglia partecipavano all'importante momento del banchetto). In questa mostra potrete ammirarne una ricostruzione materiale, e soprattutto una ancora più innovativa ricostruzione virtuale. L'installazione integra proiezioni sulle pareti, una ricostruzione ologrammatica in teca, ed una colonna sonora mozzafiato eseguita da quintetto d'archi. Assolutamente spettacolare.

Tra i reperti più affascinanti troviamo gli affreschi originali della Tomba della Nave di Tarquinia, di metà V sec. a. C. Le pitture sono state "strappate" dalle pareti originarie, secondo una pratica discussa ma che in alcuni casi è stata purtroppo necessaria, e questo permette al visitatore di entrare in un'autentica tomba etrusca. La nave che giunge in porto, sottraendosi a scogli erranti e mostri marini, conduce il defunto ad un sontuoso banchetto nell'aldilà, con musici e danzatori.
Dalla nave passiamo a due stanze con un'esposizione stabile sulla Bologna etrusca , allora chiamata Felsina, centro principale dell'Etruria padana. C'è una riproduzione (in miniatura, visto che l'originale era larga 9 m) della strada sepolcrale occidentale da cui si accedeva alla città. Gli Etruschi infatti utilizzavano necropoli extra-urbane, poste però in corrispondenza delle vie principali: lo spazio dei morti era separato da quello dei vivi, ma continuamente rinnovato nella loro memoria. Vediamo diverse stele felsinee, caratteristiche appunto di quest'area, che fungevano da segnacoli funerari, e nella sala successiva alcuni esempi di corredo funebre.

Salendo ancora, ed attraversando le sale dedicate alla Bologna di età moderna, si accede di nuovo alla mostra  attraverso una porta con due demoni ai lati. La prima sala è dedicata al viaggio verso l'aldilà, e presenta il cratere di Euphronios, in cui il cadavere di Sarpedonte è portato via da Ipnos e Thanatos, figure demoniache alate di ispirazione greca che saranno rielaborate nella concezione etrusca dalla metà del V sec. a. C., quando l'aldilà non è più solo suggerito, ma anche rappresentato.  I "demoni" etruschi non sono personaggi negativi, ma figure guida che accompagnano il defunto nel suo pericoloso viaggio verso l'aldilà.



La seconda sala è dedicata al mare, che spesso e volentieri era metafora della morte, come già visto nella Tomba della Nave. Una statua di cavaliere su un ippocampo, un vaso con la lotta tra Eracle e Tritone, il tema dei delfini che si tuffano (il tuffo non come sport, ma come ordalia, prova, trasformazione). Altri vasi mostrano invece una raffigurazione più architettonica dell'aldilà.
Oltre questa sala sono presenti una serie di approfondimenti tematici. Nella Tomba dei Demoni Azzurri, vari demoni accompagnano la defunta nelle diverse tappe del suo viaggio, fino agli antenati che le vengono incontro ed a Caronte sulla sua barca. In fondo è visibile il banchetto che la attende. I demoni psicopompi di matrice greca sono poi rielaborati in modo autonomo, diventano Carun e Vanth, la sua corrispondente femminile, che ci hanno accolti all'ingresso. Altri approfondimenti riguardano la diffusione del dionisismo, il culto di Dioniso, promessa di una salvezza ultraterrena, e le differenze tra Etruria padana ed Etruria tirrenica.
Nella terza sala vediamo ancora le stele felsinee, con il tema del viaggio su carro che conduce il defunto all'apoteosi, come un eroe. Infine si accede alla splendida ricostruzione virtuale di cui ho parlato all'inizio.

Ma perché ne ha parlato all'inizio se si accede solo alla fine?


Perché ha paura che, se l'avesse messa in fondo, i lettori si sarebbero addormentati prima di arrivare alla parte più originale.

E parlando di parti originali, a Palazzo Pepoli potete anche vedere un grazioso cortometraggio, un cartone animato in 3D che ci presenta una rapida, ma molto ben curata, panoramica sulla storia di Bologna, con la guida del simpatico etrusco Apa. Fatto per essere apprezzato anche dai più piccoli, potrà forse strappare una lacrimuccia ai più grandi se pensiamo che la voce di Apa è niente meno che quella di un grande ed indimenticabile bolognese doc: Lucio Dalla.


Aspettiamo due minuti perché Clara vada su Youtube a cercarsi una playlist di Dalla, nel caso non lo sappiate lei ha una grave dipendenza da cantautori italiani... va bene, possiamo ricominciare. Cioè, in realtà finire, perché ha già detto tutto.

Grazie, Voce. Per questa mostra, è stata aggiunta al video una scena inedita in cui Ati, etrusca del Sud doppiata da Sabrina Ferilli, espande il discorso alla cultura dell'Etruria tirrenica, in particolare al santuario di Veio.
Insomma, se vi appassiona la storia antica, e se avete l'occasione di passare a Bologna, questa mostra e tutto il museo che le fa cornici sono davvero interessanti. Che ne pensate, fate una bella gita? ;)


Clara


1 commento:

  1. Se riesco a trovare il tempo in queste vacanze natalizie potrei farci un salto, grazie per la segnalazione!

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