martedì 11 febbraio 2014

Ora e per sempre



Per la seconda volta in pochi giorni, sto recensendo un libro di Ray Bradbury, visto che "Cronache Marziane" mi ha lasciato un'irrefrenabile desiderio di tuffarmi ancora nello stile di questo autore. E, detto fatto, ecco "Ora e per sempre", che raccoglie due racconti lunghi piuttosto diversi, ma entrambi meritevoli.


"Da qualche parte suona un'orchestrina" parla di un giornalista, e di un villaggio sperduto nel cuore dell'America. Un villaggio dove il treno non si ferma, ed il tempo sembra sospeso, in un'idilliaca pace che nasconde molti segreti, ed alcuni dei tesori più preziosi dell'umanità. E dove Nefertiti, bellissima ed indecifrabile affittuaria dell'Egyptian View Arms, sta aspettando...

Devo dire che questo racconto non ha l'originalità e la freschezza di altri titoli dello stesso autore, forse per il fatto che sfrutta temi assai diffusi nell'ambito della fantascienza, e tuttavia riesce a risultare piacevole per la lirica malinconia di cui è intriso, per lo stile con cui Bradbury lentamente svela i segreti di Summertown e dei suoi gioiosi abitanti. Il tempo si ferma, non solo nel villaggio dell'Arizona, ma anche tra le pagine, avvolgendo il lettore in un'atmosfera onirica e surreale. E' una storia lenta, semplice, ma narrata con il tocco inconfondibile di un maestro della fantascienza. E per gli appassionati di lettura e di scrittura, Summertown diventa la cittadina dei sogni. 

"Leviatano '99" è la rielaborazione in chiave fantascientifica del grande classico "Moby Dick". La balena bianca è qui un'abbacinante cometa, Leviatano, portatrice di morte e distruzione. Ismaele Connecticut Jones è un giovane marinaio imbarcato sull'astronave Cetus 7, e trascinato insieme al resto dell'equipaggio nella folle ossessione del capitano, accecato trenta anni prima da Leviatano e deciso a vendicarsi del mostro. Una teologia "spaziale" e biblica al tempo stesso, biblica nel senso che avrebbero inteso i pionieri americani, si mischia al brivido dell'esplorazione e dell'inseguimento, fino alla tragica conclusione. Forse quest'ultima è un po' affrettata, ma trasformare il romanzo di Melville in un racconto richiedeva qualche sacrificio, ed è ugualmente affascinante. Le figure più intriganti sono il misterioso alieno Quell, ed ovviamente il capitano, potente e carismatico nella sua ossessione, che riesce a trascinare con sé equipaggio e lettori in un'impresa impossibile, sfidando fino all'ultimo la sua Nemesi.

Due racconti insomma decisamente godibili, interessanti e scritti in modo magistrale, come vale per tutte le opere di Bradbury, anche se non si toccano i livelli di "Cronache Marziane" o "Fahrenheit 451". Non c'è molto da dire, visto che si tratta di opere brevi, ma se ne avete l'occasione e se avete apprezzato altri lavori di Bradbury vale davvero la pena di spendere un po' di tempo su questo titolo.


Clara


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