martedì 8 ottobre 2013

L'ultimo teorema

C'era una volta, nel lontano 1952, un coraggioso progetto editoriale per portare in Italia i libri migliori della fantascienza, e non solo, internazionale. Si chiamava Urania, e l'anno scorso ha compiuto sessanta anni, confermandosi come la più longeva collana del suo genere.
Quale modo migliore di festeggiare tale compleanno, che con la pubblicazione del frutto della collaborazione tra due grandissimi del mondo fantascientifico? Sto parlando di Arthur Clarke, autore tra l'altro della notissima saga di "Odissea nello spazio", e di Frederick Pohl, che ci ha regalato perle come "I mercanti dello spazio". Ma, dal momento che oggi devo parlarvi di un altro libro, tralascio le varie pietre miliari del genere e passo a "L'ultimo teorema", l'argomento di questo post.



"Un uomo non potrà mai volare nello spazio, dicevano i saccenti. Negli stessi anni, e per lo stesso motivo, decretarono che un'astronave non potesse atterrare in Italia. Invece l'astronave Ares atterrò, "prima nave di linea regolare tra i pianeti", e cambiò tutto. Era quella del n. 1 dei "Romanzi di Urania", scesa su di noi il 10 ottobre 1952. Oggi, a sessant'anni di distanza e quasi 1600 numeri dopo, l'ultimo romanzo di Arthur Clarke - scritto in collaborazione con Frederik Pohl - viene a festeggiare degnamente il nostro anniversario. E se qualcuno si chiedesse: "Ma che teorema mi hai fatto?", gli risponderemmo che si tratta del celebre teorema di Fermat, e che un giovane matematico dello Sri Lanka è il primo ad averne scoperto la dimostrazione originale. Mentre ai danni della Terra, strisciante e insidiosa, si prepara l'invasione aliena..."

Ranjit Subramian, il protagonista, è un giovane che rimane affascinato da uno dei grandi enigmi matematici della storia e, dopo una serie di avventure che segnano la sua vita e la sua crescita, riesce a risolverlo. Nel frattempo la situazione politica del mondo è capovolta da una nuova arma e da un'organizzazione dalle mire altamente utopistiche. E nello stesso tempo, in un'altra parte dell'universo, razze antiche e potenti si stanno accorgendo dell'esistenza della Terra, e con una certa preoccupazione...
Naturalmente, dopo aver visto i nomi degli autori, partivo già con aspettative altissime sulla loro collaborazione, e devo dire che non sono rimasta delusa. Il libro ha una trama coinvolgente, che unisce gli elementi fantascientifici alla vita del protagonista, seguendolo dalla sua giovinezza attraverso gli eventi che ne segnano l'esistenza. Ranjit è un uomo autentico e come tale è rappresentato, con i suoi difetti, i suoi dubbi, il suo orgoglio. Non è perfetto e non è un mostro, è semplicemente un essere umano che si comporta esattamente come tale, e lo stesso si può dire degli altri personaggi, in cui è facile riconoscere punti di vista condivisi da molti.
Al tempo stesso, il romanzo si concentra anche sul mondo e sulla sua evoluzione, disegnando una storia che, sulla base di supposti sviluppi scientifici che sono presentati in modo assolutamente plausibile, risulta realistica e credibile. Le tensioni politiche, i disordini che attraversano il pianeta, i problemi sociali ed economici e le soluzioni tentate risultano perfettamente coerenti con la situazione attuale, ricordando il fatto che il libro è stato scritto così di recente. Se avete già letto qualcosa di Heinlein e Pohl, non sarà necessario sottolineare oltre la loro abilità nel costruire un mondo narrativo ben congegnato e dotato di una logica interna in cui si possono riconoscere meccanismi del presente o di ogni tempo.
E naturalmente c'è l'elemento fantascientifico, rappresentato da un lato dai progressi tecnologici che permettono all'umanità di arrivare sulla Luna ed oltre, dall'altro dalle razze aliene che si accorgono finalmente di quel pianetino azzurro così irrequieto. Proprio queste razze, uniche ed affascinanti nella loro varietà, sono tratteggiate con un'originalità ed un'ironia che chiunque abbia letto "I mercanti dello spazio" riconoscerà subito. Interessante è anche la contrapposizione che si crea tra il "piccolo" microcosmo degli umani protagonisti e la dimensione galattica degli eventi che si svolgono nel frattempo nello spazio, ed il modo in cui entrambi si fondono.
Per quanto riguarda la trama, è stata soddisfacente e ben ingegnata, con un finale che coglie piacevolmente di sorpresa. Ho trovato tuttavia alcuni passaggi un po' lenti o "superflui", altri al contrario non approfonditi quanto avrei voluto, ma questo dipende dallo sforzo di rendere ogni elemento credibile senza tralasciare troppe cose per inseguire l'azione principale. E poi, se proprio non vi va di seguire una discussione scientifica, c'è sempre quel sacrosanto diritto dei lettori a saltare le pagine, giusto?

In definitiva, "L'ultimo teorema" vi può far passare delle ore di ottima lettura, e se siete appassionati di fantascienza una collaborazione tra due grandi universalmente riconosciuti non può che far piacere. Voi cosa ne dite?


Clara


2 commenti:

  1. Fantastica recensione! Come al solito plaudo alla scelta dell'oggetto da recensire, da vera intenditrice! Due grandissimi della fantascienza dell'epoca d'oro. Cosa si può volere di più? ;)

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    1. Già... da quando ho trovato una biblioteca con uno scaffale dedicato ad Urania, sto scoprendo delle perle assolute *_* Quella collana è sul serio eccezionale.

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