sabato 28 settembre 2013

Tokyo Soup

Ovvero, l'ennesima dimostrazione che da un errore può nascere un'esperienza molto interessante. Qualche giorno fa, vagando tra gli scaffali della biblioteca, sono arrivata alla lettra M, e mi sono improvvisamente ricordata della mia decisione di leggere qualche altro libro di Murakami, dopo l'affascinante Kafka sulla spiaggia. Con la mia consueta attenzione per i dettagli, tuttavia, sono riuscita a sbagliare autore.
Proprio così: alla vostra amica blogger non è neppure lontanamente passato per la testa che potessero esistere DUE scrittori giapponesi con il cognome Murakami, ed il nome era perso nelle nebbie della mia esultanza post-fine-esami-di-settembre. Ma è stato un errore fortunato.
"Tokyo Soup" è un romanzo di Ryu Murakami, ambientato nel mondo della vita notturna e dell'industria sessuale della Tokyo degli anni Novanta. Il protagonista, Kenji, si mantiene facendo da guida turistica agli stranieri per sex -tour nei quartieri a luci rosse, ed è abituato alle stranezze dei suoi clienti. Ma Frank, il turista americano che lo ha appena assunto, ha qualcosa che lo mette a disagio. Kenji ignora quella sensazione, ed inizia la sua serata tra un lingerie pub, un peep show, guidando Frank ed il lettore in un mondo sconosciuto, una faccia del Giappone nascosta all'esterno. Un mondo dove le liceali fanno soldi extra con la prostituzione, e dove un gaijin, un non giapponese, è guardato con sospetto, ma basta che abbia i soldi per pagare. Ed è proprio al momento di pagare che Kenji nota con un brivido che le banconote di Frank sono sporche di quello che sembra sangue. La sera successiva si scatena l'inferno...



Questo libro non è sicuramente consigliabile per chi si impressiona facilmente. Nonostante l'ambientazione, non ci sono molte scene che definirei davvero "erotiche", ma il linguaggio usato è piuttosto crudo e l'autore non si trattiene di certo nei dettagli più macabri. Lo consiglio tuttavia sicuramente a chiunque sappia vedere oltre questi aspetti, e scoprire gli aspetti meno conosciuti e glamour della cultura giapponese. Il Giappone, Ryu Murakami lo rende assai chiaro, non è solo anime, manga e bonsai, ma un paese di contraddizioni ed ombre - un mondo sospettoso dell'esterno ma contemporaneamente affamato di esso, un mondo di tradizioni raffinate perse in uno sviluppo tumultuoso ed ineguale, un mondo di inquietante solitudine ed estremi opposti. Devo dire che Tokyo Soup mi ha costretta ad abbandonare almeno in parte quell'immagine fiabesca e stilizzata che, come molti fan, mi ero fatta della cultura nipponica, ma al tempo stesso l'ha resa, nella sua realistica imperfezione, ancora più affascinante.
Anche la trama mi ha catturato, con una sapiente costruzione della tensione che cresce di pagina in pagina, placandosi a tratti ma senza mai svanire del tutto, fino al punto di rottura che separa la normalità dall'incubo. Il protagonista è una persona normale, ed è notevole in particolare il suo passaggio dall'essere guida nella notte di Tokyo all'essere "guidato" in una spirale molto più pericolosa. La sua angoscia, i suoi dubbi, le sue osservazioni sul mondo in cui vive riescono ad arrivare al lettore senza straniamento, spiegando tutto quello che è necessario per la comprensione, ma al tempo stesso con l'asciutta rapidità di un thriller.
Conclusione, Tokyo Soup mi è sembrato un ottimo libro. Se siete interessati a scoprire un volto oscuro del Giappone e ad immergervi in un mondo così realistico da fare paura, presentato senza i filtri del buon costume e del politicamente corretto... ecco a voi. Un nuovo consiglio per la vostra libreria.

Clara

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