lunedì 5 agosto 2013

Viaggio in Austria - Mauthausen e Salisburgo

Lasciamo Vienna la mattina presto, dopo un'altra lauta colazione presso la stessa, fidatissima panetteria della mattina precedente. Un dettaglio che ho dimenticato di specificare è... il caffè. Lasciate ogni speranza di sorseggiare un caffè italiano, voi che andate oltre le Alpi: nel migliore dei casi, sarà un espresso così allungato da ricordare più una bevanda al vago gusto di caffè. In ogni caso, sborserete una cifra piuttosto alta. Ma non disperate, esistono un sacco di alternative!
Chiusa la parentesi gastronomica, la tappa prevista per il quarto giorno di viaggio (già il quarto giorno?! Mamma mia...) è piuttosto particolare. Abbiamo infatti deciso di visitare il campo di concentramento di Mauthausen, situato a circa due ore e mezza di automobile da Vienna, testimonianza di una delle più grandi e folli tragedie del Novecento. Personalmente, ritengo che sia un dovere di ciascuno di noi ricordare, conservare nella memoria questi fatti ed assicurarsi che rimangano nella mente. Lo sterminio operato dai nazisti è "solo" uno dei tanti crimini che insanguinano la nostra storia, troppo spesso "filtrata" in modo da lasciar cadere gli eventi scomodi negli spazi bianchi di un libro di storia. Tuttavia, per lo shock che ha provocato e che continua a provocare, è forse il più simbolico e rappresentativo, e per questo non possiamo permetterci di dimenticarlo. Almeno, questa è la mia opinione, questa è l'opinione condivisa dalla mia famiglia, ed è per questo che buona parte della giornata è stata dedicata a Mauthausen.
Questo campo fu costruito nel 1938, poco dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, per lo sfruttamento delle cave di granito nelle vicinanze. Fu inizialmente utilizzato per i prigionieri politici, sfiancati dai lavori forzati e da un regime di terrore che aveva il preciso scopo di eliminarli fisicamente. In seguito ospitò, oltre ai deportati per motivi politici e religiosi, ebrei, zingari, omosessuali, prigionieri di guerra e criminali comuni. Divenne il centro amministrativo di un sistema di campi-satellite sparsi nel territorio austriaco, ed il luogo dove i prigionieri non più utili per il lavoro erano riportati a morire. Si calcola che qui siano passate quasi 200.000 persone, tra cui più di 8000 italiani.
La visita delle baracche dei prigionieri, del cimitero, del museo di oggetti personali e testimonianze, è un'esperienza forte. Il dolore è ancora nell'aria, pesante, soffocante, e le fotografie non nascondono nulla dell'orrore che è stato. Chi nega che questi crimini siano successi, o chi si prende gioco di essi, dovrebbe dirlo dopo aver visitato Mauthausen o un altro campo di concentramento. Altrimenti, è solo ipocrisia.
Scusate lo sfogo, tutto questo solo per dirvi che Mauthausen è stata una tappa importante della nostra vacanza attraverso l'Austria, e che consiglio a chiunque possa di visitarla, magari con un po' di preparazione prima.





In ogni caso, nel pomeriggio ripartiamo alla volta di Salisburgo. Ancora un paio d'ore di auto, ed eccoci alla città natale di Mozart, costruita intorno al fiume Salzach. Anche qui, per prima cosa ci sistemiamo all'hotel, un altro esponente della catena Meininger che abbiamo già avuto l'occasione di testare a Vienna. Rispetto al suo gemello nella capitale, questo presenta i vantaggi dell'aria condizionata e di un parcheggio, ma è più distante rispetto al centro della città, circa mezz'ora a piedi. Fatto che non ci impedisce, dopo una lunga doccia rinfrescante (dal momento che le temperature continuano ad aggirarsi su valori bollenti) ed un riposino per riprenderci dalla fatica, di sgranchirci le gambe con una lunga passeggiata.
L'addetta alla reception ci ha consigliato di recarci, per la cena, in Linzer Gasse, la via dei ristoranti e dei negozi, ma noi decidiamo invece di fermarci già lungo la Schallmooser Hauptstrasse, decisamente meno turistica, e di provare un ristorante la cui porta circondata di vegetazione si apre su un intrigante giardino.



 Si tratta di Kastner's Schenke, e mai scelta fu più adeguata. Se qualcuno di voi deve andare a Salisburgo, cari lettori, lasciate perdere quei ristoranti turistici con i loro menù strombazzati ed i tavoli strapieni. Qui, in questo angolo un po' appartato, potrete assaggiare l'autentica cucina austriaca, ottima carne e birra, in un ambiente tranquillo e rilassante. Il cameriere è stato gentilissimo e molto paziente. L'unica pecca è che i menu sono soltanto in tedesco, ma è stata l'occasione per costringere mia sorella a parlare ^_^
Al termine della lauta e soddisfacente cena, decidiamo di fare un giro per Salisburgo di notte: percorriamo la Linzer Gasse, notando con soddisfazione che tutti gli altri ristoranti offrono prezzi maggiori di quello che noi abbiamo scoperto per caso, attraversiamo il ponte sul fiume Salzach, ed eccoci nel centro della città. Il duomo, le ampie piazze, le strade chiuse da alti edifici, tutto assume un'aria magica nell'oscurità che si infittisce.



Artisti di strada si esibiscono per la gioia dei bambini, mentre tutta la città esce per godersi finalmente il fresco della sera e quattro turisti italiani si dirigono infine, stanchi e felici, verso l'hotel.
Quinto giorno, visita a Salisburgo! Presto su questo blog!

Clara


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