sabato 29 settembre 2012

Piccola escursione giapponese - seconda tappa


Come promesso, cari lettori (immaginari o reali che siate), eccomi di nuovo qui ad infastidirvi con i miei pareri non richiesti su anime e manga... e non solo! In che senso non solo? Con un po' di pazienza lo saprete: devo pur convincervi ad arrivare fino in fondo, giusto? ;)

Nel post precedente ho parlato di Fullmetal Alchemist, Code Geass e Soul Eater. Stavolta, invece, comincerò con un anime che sto guardando in questo periodo: Fairy Tail, ambientato in un mondo dove la magia è una parte della vita quotidiana ed un lavoro per i maghi delle varie gilde. La giovane Lucy, maga degli spiriti stellari, si unisce ad una delle gilde più famose, appunto Fairy Tail. Insieme agli altri membri del gruppo, deve affrontare pericolose missioni, potenti nemici... e momenti di assoluta demenza! Se ieri vi ho detto che Soul Eater mi ha fatto ridere di cuore, oggi aggiungo che Fairy Tail mi ha fatto cadere per terra piegata in due. Fortuna che ero seduta sul pavimento.



Ancora più demenziale è un manga che ho avuto occasione di leggere poche settimane fa: Vampire Doll. Sono riuscita a trovarlo soltanto in inglese, ma potrebbe interessarvi ugualmente. O forse no, ma comunque interessa a me, e quindi ne parlo. Breve riassunto: il potente vampiro Guilt-na-zan, dopo aver passato cento anni intrappolato nella croce in cui un esorcista l'aveva rinchiuso, si ritrova risvegliato dal discendente del suo antico nemico. Peccato che tale discendente, Kioji, abbia avuto l'idea di trasferire l'anima del vampiro in una graziosissima bambola, da sfruttare come cameriera... perle di comicità si alternano a momenti di tiepida dolcezza, in questo fumetto meno conosciuto di quanto meriti, almeno secondo me.



Tornando a qualcosa di più serio, suggerisco D. Gray Man, un'altra serie che sto guardando e leggendo in questo periodo. La storia è ambientata in un Europa ottocentesca dall'atmosfera gotica, in cui imperversano mostri chiamati Akuma, creati dal misterioso Conte del Millennio sfruttando la disperazione umana. Allen Walker, 15 anni, si unisce all'Ordine oscuro, i cui esorcisti combattono questi mostri sfruttando l'Innocence, una sostanza dai formidabili poteri. Con il procedere della storia, l'aggiunta di nuovi personaggi e la riscoperta di importanti segreti rendono la trama, che all'inizio può sembrare poco originale, sempre più avvincente.




Ma vi avevo promesso di non dedicare tutto il post ad anime e manga, giusto? Bene, avevo mentito.
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No, dai, scherzavo. Dopotutto, ci sono moltissimi aspetti affascinanti della cultura giapponese che varrebbe la pena approfondire, ma visto che non sto scrivendo un libro mi limiterò ad accennarne alcuni. Innanzitutto, i bonsai: personalmente sono sempre rimasta affascinata dagli alberi in miniatura, anche se non ho mai avuto la pazienza di dedicarmi a coltivarne uno. L'arte di far crescere alberi nei vasi e potarli secondo forme attentamente pianificate nacque in Cina più di mille anni fa, e fu adottata in Giappone tramite l'espansione del Buddismo Zen, come provato da un testo del 1195 d. C. Qui le tecniche di questa disciplina furono rifinite, e la sua pratica si diffuse enormemente. Tra il XIX e il XX secolo, con l'apertura del Giappone al resto del mondo, gli alberi in miniatura si diffusero al punto da essere presentati all'Esposizione universale di Parigi nel 1900. Al giorno d'oggi, dopo ulteriori evoluzioni, l'arte dei bonsai è conosciuta e praticata in tutto il mondo.
Se siete interessati, date un'occhiata a questo sito... troverete molte informazioni utili, ed una galleria di immagini davvero gradevoli.

E se, dopo aver perso il vostro tempo a leggere questa mia inutile dissertazione, vi fosse rimasto qualche minuto da sprecare, ecco un giochino a tema che permette di "confezionare" virtualmente un kimono giapponese... chissà, potreste ricavarne un'immagine carina.

Per oggi è tutto, quindi potete chiudere la pagina senza altri sensi di colpa e dedicarvi a qualcosa di più produttivo, come dovrei fare io. E naturalmente, se qualcuno decidesse di dirmi cosa ne pensa di quello che ho scritto non mi lamenterei ^_^
A presto,

Clara

mercoledì 19 settembre 2012

Piccola escursione giapponese



Ebbene sì, giapponese. Perché anche la sottoscritta ha da tempo ceduto all'influenza di certe droghe che si chiamano anime e manga. Droghe, in quanto creano dipendenza, almeno per quanto mi riguarda. Se qualcuno, leggendo il mio primo post, ha sospettato che facessi uso di sostanze stupefacenti, ora sa anche quali sono. ^_^
Ammetto francamente che non sono un'esperta del genere. Conosco poche serie, e non ho molto tempo per seguire tutte quelle che trovo interessanti, ma voglio condividere quelle poche con voi... partendo dal presupposto che ci sia un voi: in caso contrario, le condividerò con i lettori immaginari che popolano la mia mente. Che posso farci, c'è chi ha amici invisibili, io invece ho i lettori.
Ordunque, miei venticinque lettori (perdonami, Manzoni!): il mio anime preferito si chiama Fullmetal Alchemist: Brotherhood. So che c'è anche il manga (di Hiromu Arakawa), ma non ho mai avuto il tempo di leggerlo, così vi parlerò un po' della serie che ho avuto il piacere di scoprire nel 2011 su MTV. E' ambientata in un mondo simile all'Europa di inizio '900, diverso però per la presenza dell'alchimia, una tecnica che permette a chi ne fa uso di trasmutare la materia. Due fratelli, Edward ed Alphonse Elric, dopo la morte della madre Trisha si dedicano allo studio dell'alchimia e tentano di riportarla in vita. Tuttavia, il tentativo fallisce: Edward perde una gamba, Alphonse l'intero corpo. Ed sacrifica un braccio per legare l'anima di Al ad un'armatura, in modo che possa continuare a vivere, ed i due intraprendono un viaggio alla ricerca di un modo per riottenere i propri corpi.



A mio avviso, tra i punti di forza di questo anime ci sono la trama perfettamente costruita, la caratterizzazione dei personaggi, ognuno o quasi con le proprie motivazioni ed i propri "momenti di luce" all'interno della storia, il ritmo coinvolgente e scorrevole e l'equilibrio tra serietà e comicità, tra i momenti d'azione e quelli tranquilli. Posso tranquillamente affermare che è stato FMA a farmi appassionare al mondo degli anime.

 Più o meno nello stesso periodo, ho seguito anche Code Geass, altra serie che mi sento di consigliarvi. L'impero di Britannia ha conquistato il Giappone, che viene ora chiamato Area 11 e sottoposto ad una spietata occupazione. Il giovane Lelouch, principe (in esilio) di Britannia, vive in incognito in un collegio in Giappone, insieme alla sorella invalida Nunnally. Si ritrova però coinvolto nell'attacco di un gruppo di ribelli, durante il quale incontra una misteriosa ragazza, C.C., che gli conferisce un potere chiamato Geass: esso permette a Lelouch di comandare chiunque attraverso il contatto visivo. Grazie a questo potere, Lelouch diventa Zero, il leader del movimento ribelle dei Cavalieri Neri, ed inizia la sua lotta contro Britannia per garantire alla sorella un mondo migliore. Nel fare questo, si scontra con l'amico di infanzia Suzaku Kururugi, figlio dell'ultimo primo ministro giapponese ed ora soldato di Britannia nell'idealistico tentativo di cambiarla dall'interno.




Punti di forza di questo anime: la trama ricca di colpi di scena, i molteplici livelli di lettura possibili, e, secondo la sottoscritta, Lelouch. Un autentico genio che ha (quasi) sempre un piano di riserva, disposto a tutto per raggiungere i propri fini, in grado di manipolare non solo i nemici ma anche tutti coloro che credono in lui e di voltare a proprio favore situazioni nettamente svantaggiose. Potete amarlo o odiarlo (io rientro nella prima categoria), ma è un personaggio straordinario. Unica "avvertenza": se siete sensibili, alcune scene, come le morti di certi personaggi, vi faranno piangere. Tenete i fazzoletti a portata di mano.

Il terzo ed ultimo anime di cui voglio parlare oggi (gli altri li tengo per un altro giorno, altrimenti non c'è gusto :P ) è Soul Eater. Anche qui, ho visto interamente solo l'anime, mentre sono molto indietro con il manga. Nella città di Death City, in Nevada, c'è una scuola il cui preside è niente meno che Shinigami, il tristo mietitore (o dio della morte a seconda della traduzione) della tradizione giapponese. Gli studenti si dividono in due categorie: i maestri (meister), che imparano a combattere con delle armi (buki)... e le armi stesse, ovvero persone in grado di tramutarsi in armi. Il loro scopo è eliminare i malvagi prima che si trasformino in kishin (esseri demoniaci) e dare in pasto le anime dei malvagi alle buki stesse, in modo che possano trasformarsi in Falci della morte. Tra combattimenti, lezioni, nuovi nemici e momenti di pura comicità, si dipana la storia di Soul, Maka, Black Star, Tsubaki, Death the Kid, Liz e Patty Thompson, e di tutti gli altri personaggi. Tra le serie di cui ho parlato oggi è quella che mi ha fatto più ridere, anche se non mancano elementi di serietà.



Bene, per oggi direi che vi ho tediato abbastanza con i miei sproloqui, ammesso e non concesso che qualcuno sia riuscito ad arrivare in fondo al post. Chissà, magari sono addirittura riuscita a farvi venire voglia di guardare una delle tre serie di cui ho parlato... nel qual caso, sarei contenta anche di sapere che cosa ne pensate!
*cala il silenzio*
Uhm, va bene. Miei cari lettori immaginari, presto arriverà la seconda tappa di questa escursione giapponese. Tornate a trovarmi! ;)

Clara



martedì 18 settembre 2012

L'inizio del viaggio



L'INIZIO DEL VIAGGIO


Mi chiedo se qualcuno leggerà mai queste parole. Chissà, magari avete aperto questa pagina per sbaglio cercando qualcosa di totalmente diverso, oppure siete qui solo per curiosità. In ogni caso, benvenuti nel mio blog. Si dice così, giusto?
Suppongo che vi starete chiedendo chi sono e cosa ho intenzione di scrivere. Oppure vi state chiedendo se la cena è pronta, ma non ho modo di saperlo, quindi continuerò a rispondere alle domande che io stessa mi sto facendo in questo momento.
Ebbene sì: chi sono? Non ne sono sicura. Quando ero bambina, potevo rispondere a questa domanda con assoluta sicurezza, anche se la risposta poteva variare a seconda del gioco che stavo facendo in quel momento. Ora, ogni mattina mi sveglio con una risposta diversa, da modificare opportunamente nel corso della giornata. Per i miei compagni di studi sono qualcuno, per la mia famiglia qualcun altro, per i miei amici qualcun altro ancora. E poi ci sono gli estranei che incrocio per strada, con cui scambio uno sguardo fugace tra i banchi del mercato o che saluto frettolosamente mentre passeggio. Non so neppure se per loro sono qualcuno, e mi ritrovo a chiedermi cosa possono pensare di me. Che paranoica, vero?
Anche voi che state leggendo in questo momento, voi che mentre scrivo non siete altro che fantasmi della mia immaginazione e che magari avrete già chiuso la pagina stanchi di questo sproloquio inconcludente... sapreste dire chi sono? Probabilmente state ancora aspettando che ve lo scriva io, giusto? Oppure state ancora pensando alla cena.
Di me posso dirvi che sono una ragazza dalla fantasia sfrenata. Tutto, ogni minimo gesto o momento, può scatenare nella mia mente una caotica fioritura di pensieri, parole, immagini, sogni di un futuro prossimo o di un passato alternativo ed irreale. La fantasia è il mio rifugio, il mio mantello, la mia distrazione dal grigiore e dalle costrizioni della vita quotidiana. La fantasia mi permette di viaggiare tra le pagine di un libro o i fotogrammi di un film, addentrandomi in universi sconosciuti, percorrendo l'intero mappamondo dalla mia cameretta.
Ecco, in definitiva, di cosa potrebbe parlare il mio blog. Dei miei viaggi mentali, dei progetti che un giorno forse riuscirò a realizzare oppure che abbandonerò per scivolare nella routine di un'esistenza normale, dei mille luoghi che esistono davvero e che vorrei visitare e di quelli che sono stati solo forgiati dalla mia mente.
Parlerò di luoghi reali, letterari, metaforici ed interiori. Parlerò, insomma, di tutto quello di cui vorrò parlare, di tutto quello su cui l'occhio della mia fantasia si ritroverà a planare, trasportato dalle ali di carta di un libro o cullato dalle onde del mare di Internet. E' un modo carino per dire che non ho idea di quello di cui parlerò, vero?
Non sono sicura che a qualcuno possano interessare i miei viaggi mentali. Non sono neppure certa che una sola persona sia arrivata in fondo a queste mie farneticazioni. Se lo avete fatto, ormai (a parte ricevere le mie più sentite congratulazioni per la vostra pazienza) avrete capito che neppure io so cosa potreste trovare in questo blog. Però non vedo l'ora di scoprirlo. Magari, chissà, anche insieme a voi.

Clara